Intervista al Dalai Lama – 24 maggio 2012

petrone e dalailama

Udine 24 maggio 2012, ore 8.30. Intervista esclusiva del Dalai Lama con Sandro Petrone (clicca sull’immagine per andare all’estratto dell’intervista trasmesso da Tg2 Storie)

Domanda: In questi giorni gli Italiani stanno sperimentando tre diversi generi di sofferenze umane. Una è ambientale, il terremoto. La seconda è dell’uomo sull’uomo, una bomba contro adolescenti che andavano a scuola, persone innocenti. La terza è dell’uomo contro se stesso, imprenditori, uomini d’affari che si tolgono la vita per la crisi economica. Cosa può dire a ciascuno di loro?

Cominciamo dal problema della sofferenza provocata da disastri naturali. Sono stato recentemente due volte in Giappone, ho visitato i luoghi del terremoto, dello tsunami e delle radiazioni nucleari.

Ho detto alla gente: la tragedia è già accaduta. Ora noi non dobbiamo scoraggiarci o lasciarci prendere da qualche forma di sconforto. Al contrario, la tragedia si dovrebbe tradurre in un maggiore entusiasmo, maggior senso di fiducia in sé.

L’intervista nel sito del Dalai Lama
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Ed ho ricordato ai Giapponesi: dopo la Seconda guerra Mondiale avete ricostruito la vostra nazione dalle ceneri. Nel momento stesso in cui avete intrapreso questo lavoro, avete potuto contare sulla piena solidarietà, patrimonio della tradizione nipponica. E anche in Australia, a Brisbarne, dove si sono registrati molti danni, abitazioni rase al suolo, ancora una volta ho visto un popolo pieno di entusiasmo per la ricostruzione. E anche in Nuova Zelanda, la chiesa cristiana si è espressa in modo simile a quello che ho appena detto. Così, in modo analogo, dico ora alle popolazioni colpite in Italia: non c’è ragione di sentirci scoraggiati o lasciarci prendere dallo sconforto. Viviamo un secolo complesso ma in cui comunicare uno con gli altri è molto semplice.

Quindi, non siete una comunità isolata, il resto del popolo italiano, e anche il resto dell’umanità, direttamente o indirettamente si prende cura di voi. Per questo dovreste conservare il vostro entusiasmo e la fiducia in voi stessi, e guardare avanti.

Veniamo alla violenza sui giovani

Il secondo punto, la violenza dell’uomo sull’uomo, è un fatto po’ più serio (ride).

E’ un tipo di problema che riguarda la nostra stessa creazione. Ma non è solo un caso italiano, accade anche alcuni altri posti, come negli Stati Uniti. Così noi dovremmo riflettere su quali ne siano le cause. Ritengo, e molti miei amici sono d’accordo, che dipenda sostanzialmente dall’atmosfera in cui questi bambini vivono e crescono.

Molti anni fa tenemmo un seminario a San Francisco sugli arresti e reati fra le giovani generazioni, inclusi gli studenti. I partecipanti, tra cui filosofi, scienziati, assistenti sociali e così via, conclusero che questi crimini e questi problemi sono dovuti a mancanza di affetto nella famiglia e nella società. Quindi, ora noi dobbiamo lavorare per costruire una società più sana, che significa un’unione di famiglie. In ultima analisi, dobbiamo confrontarci su come creare famiglie compassionevoli.

Ora, indipendentemente dal fatto se siamo credenti o no, se siamo di questa o di quella religione. non importa. Siamo comunque gli stessi essere umani, sette miliardi di esseri umani, nati e cresciuti con l’affetto e il latte materno. Perciò ognuno di noi comincia la vita nell’atmosfera di pieno affetto.

Poi, gradualmente, quando i bambini cominciano ad andare a scuola, talvolta accade che queste basi potenziali per esperienze potenziali o più profonde vengano a mancare fin dall’inizio, non si sviluppano ulteriormente. Al tempo stesso l’educazione diventa più veloce e anche la società troppo competitiva. Così, c’è qualcuno che comincia ad incontrare problemi. Poi il pensare di essere un tutt’uno con gli altri esseri umani, tutti fratelli e sorelle, si tramuta in autoreferenzialità ed egoismo. E quindi sente ribollire atteggiamenti auto-refenziali, sentimenti di impazienza e di intolleranza combinati. E a questo punto esplodono le violenze. Quindi dobbiamo pensare molto seriamente come dare a queste giovani generazioni non solo la cura della mente ma anche il calore del cuore.

Credo che questo senso spirituale di fratellanza pratica non debba essere solo nella famiglia ma anche nell’intera umanità. Credo che nel lungo periodo l’unica via sia  costruire un’Umanità sana e compassionevole.

ilungoincontroconildalailama2I suicidi degli imprenditori italiani

E’ un problema analogo a quello della violenza. Questi imprenditori o imprenditrici, anche loro cominciano con un’infanzia inquieta, incontrano qualche tipo di ostacoli di fronte ai quali la reazione immediata è la rabbia. Quindi, in sintonia con alcuni miei amici, penso che alcuni aspetti di questa crisi economica globale siano l’avidità e la speculazione. La speculazione non sanno cosa significhi esattamente, ma rispetto ai loro desideri si sta creando una specie direi di…fine del mondo! Perciò qualcosa che davvero ha molto a che fare con l’ignoranza.

Dunque, ignoranza, avidità, speculazione, il tutto si mescola in una battaglia emotiva nelle nostre menti.

In questa crisi economica globale c’è sicuramente l’assenza di alcuni principi. Si pensa solo ai soldi. Tutti i significati della vita sono legati denaro. Perciò, quando si imbattono in qualche problema che ha a che fare proprio col denaro, perdono tutte le speranze. Ed ecco il suicidio. Questo è dovuto alla mancanza di una visione olistica. Siamo esseri umani. Queste persone sono ricche ma sono anche esseri umani. Sì, penso che quando arriva la crisi, in queste persone che pensano solo ai soldi, allora il loro stato mentale si altera in modo considerevole fino ad arrivare al suicidio.

Invece, quelli che lavorano per guadagnare denaro, ma al tempo stesso hanno una bella famiglia, piena di affetti, e anche buoni amici, per persone del genere è una tragedia minore, perché da un lato hanno problemi ma dall’altro una consolazione. Manca la visione olistica. Il denaro viene adorato come un dio. Questo è l’errore, l’origine di questi problemi. Questo è il mio punto di vista.

ilungoincontroconildalailama7Domanda: Abbiamo parlato di suicidi, e questo porta la mia mente al Tibet. Molti giovani e monaci si sono suicidati. Significa che la pressione della Cina è così forte da trasformare la non-violenza in violenza verso sé stessi? Cosa ne pensa?

Sebbene in questo momento politico si tratti di una domanda delicata, e politicamente per il governo cinese sia una questione davvero molto spinosa…

E sebbene loro diano la colpa di tutto ciò che accade a “Gruppi reazionari del Dalai Lama” (ride rumorosamente)…
Quando questi fatti tristi sono avvenuti, ho detto pubblicamente che ora è arrivato il momento. Prima dell’occupazione cinese non accadevano cose del genere (ride).

E anche a partire dall’occupazione sono trascorsi oltre cinquant’anni e dal 1959 i media cinesi dicono sempre: “ora i Tibetani sono molto felici, hanno più prosperità e tutto è splendido”.

Ora, questi eventi spingono a chiedersi: perché accadono? Così, sfortunatamente, tutti i regimi totalitari devono portare con sé una politica dell’ipocrisia. Dire una cosa, mentre la realtà è qualcosa di diverso. Così, ora il tempo è venuto perché indaghino su quale sia la causa reale di questi eventi tristi. Io l’ho detto pubblicamente: ora i leader cinesi dovrebbero pensare più seriamente a quale sia la reale situazione all’interno del Tibet. Cosa c’è di sbagliato, se accadono questi suicidi. Questo è molto importante. Quindi questi suicidi, queste cose, avvengono. Durante la controrivoluzione quando la guardia rossa si avvicinò ad un tempio buddista molto famoso, il capo del monastero, molto bravo e rispettato, anche lui si diede fuoco.

Ora vedete numerosi di questi casi di questo tipo di atroci azioni drammatiche in Tibet e poi anche in Europa. Così queste sono le persone che si auto trattengono dall’aggredire gli altri, perciò preferiscono togliersi la vita in questo modo. E’ veramente molto triste. Ma se chiedi dal punto di vista religioso se queste azioni sia giusto o sbagliato, allora da un punto di vista buddista, in definitiva dipende dalla motivazione. Se queste persone lo fanno spinti da ragioni compassionevoli fino alla morte, allora è positivo. Se la ragione invece è la troppa rabbia o troppo l’odio, allora quell’azione diventa negativa. Perciò non possiamo generalizzare, ma va visto caso per caso. Molto dipende da cosa è spinto ogni individuo al momento, in base al tipo di motivazione.

Domanda: C’è uno scontro in corso all’interno della dirigenza cinese. Crede che i fautori della linea dura prevarranno a lungo?

No, non credo. Gli eventi recenti come l’allontanamento del segretario del partito della grande metropoli di Tun-cin che è stato rimosso, O Shin Lay. E’ un noto fautore della linea dura e anche un grande praticante di ipocrisia, secondo le informazioni seguite più tardi, che dice pubblicamente di essere un praticante di marxismo e comunismo e un genio del rosso, ma nella sua vita privata ama il danaro e il potere (ride).

Quindi, è per questo che la questione è avvelenata da questioni di danaro, non ideologiche. Con abbastanza dolorosamente, differenti elementi in realtà mostrano genuini marxisti o comunisti che fanno tutt’altro. Sono rimasto molto impressionato dal fatto che il primo ministro Wen Jambao negli ultimi anni ha dichiarato pubblicamente che la Cina ha bisogno di riforme politiche. E in alcuni casi è perfino arrivato a dire che la Cina ha bisogno di un tipo di democrazia occidentale. Recentemente, dopo la riunione del congresso, nell’incontro annuale con la stampa ha sostenuto che la Cina ha bisogno di riforme politiche. E ha anche avvertito che se non saranno realizzate le riforme politiche non saranno attuate, l’economia e lo sviluppo non possono essere garantite. E ha anche messo in guardia che se non fossero realizzate le riforme politiche c’è il pericolo di far rivivere la rivoluzione culturale. E dunque ora io credo che persino all’interno della leadership, ci siano dei cambiamenti. E basicamente, io credo che dopo tutto questo la Cina appartiene al popolo cinese. Non al partito. Un miliardo e trecento mila cinesi sono i veri proprietari della Cina. Quindi il futuro della Cina dipende a un miliardo e trecentomila cinesi. Quindi tra la gente, un numero di  intellettuali, scrittori, artisti ed educatori e persino alcuni componenti del partito comunista, membri dei partiti. Nel passato anche ci sono stati comunisti genuini, ma erano comunisti molto realisti, genuini e sinceri comunisti, che rispettavano i desideri e i diritti della gente.

Dunque ora una voce quasi univoca dice che la Cina ha bisogno di qualche cambiamento. Così ora la voce della libertà aumenta di mese in mese per dire che  devono arrivare a un qualcosa di più realistico. E quindi io dico sempre che un miliardo e trecentomila cinesi ha il diritto di conoscere la realtà. Una volta che il popolo cinese conosce la realtà, anche il popolo cinese ha la capacità di giudicare cos’è giusto da cos’è sbagliato. Per questo la censura, la censura malvagia, è immorale. Prendere in giro la gente è in morale. Poi, il sistema giudiziario cinese deve avere dei parametri nazionali. Così milioni di agricoltori cinesi, lavoratori, gente comune innocente riceva qualche protezione. Perciò, le cose stanno cambiando.

ilungoincontroconildalailama3Domanda: Si parla di nuove minacce per la sua vita, fatto incredibile per molti italiani. Come è possibile che qualcuno voglia ucciderla, dicono. Lei lo ritiene possibile? La Cina è interessata a farlo?

Molti anni fa in India, il dipartimento per la sicurezza del governo indiano ha ricevuto queste informazioni: c’erano alcune persone che stavano minacciando la mia vita adoperando veleno. Due anni fa abbiamo ricevuto informazioni da agenti che lavorano per la Cina e abbiamo subito informato i servizi indiani, per cui le misure di sicurezza intorno a me furono aumentate. Poi, abbastanza stranamente, anche alcuni tibetani seguaci del gruppo Shugden nel 1997 assassinarono tre persone molto vicino alla mia residenza. La ragione è che il più anziano dei tre era molto critico nei confronti di quegli spiriti malvagi.

Anch’io ho praticato questo credo negli anni 50 e 60, ma poi all’inizio degli anni 70 ho capito che era qualcosa negativo. Perciò smisi di seguire il gruppo e dichiarai pubblicamente che era sbagliato. Molti ascoltarono il mio invito. Ma una minoranza continua a praticare quella disciplina da cui provengono gli assassini che uccisero i tre. Nel materiale divulgativi che hanno diffuso hanno scritto che io sono “wanted”, ricercato, e anche testi. Noi abbiamo già offerto tre vite e loro hanno ancora altri candidati… Dopo questa storia, i servizi indiani sono in allerta di nuovo e hanno ancora rafforzato la sicurezza.

Come è possibile che qualcuno voglia uccidermi? E’ possibile. Io considero tutti amici, fratelli e sorelle. Ma ci sono vari esempi nella storia. Nella storia, il Mahatma Gandhi ha professato principi di non violenza per tutta la sua vita e alla fine gli hanno sparato e così anche Papa Giovanni Paolo. Qualche volte nella mente della gente c’è qualcosa di inconsueto.

Domanda: So che il tempo è scaduto, ma ho un’ultima curiosità. Alcuni credono che tutti questi disastri e terremoti annuncino la fine del Mondo. Pensa che sia così?

No, no, no! Se il mondo intero si scuote e sprofonda nel mare…Quella sarebbe la vera fine del mondo. Ma non credo che accadrà mai. Almeno non prima di qualche migliaio d’anni.

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