Pubblicazioni

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Parola grossa, scrittore.

I testi dei pezzi per giornali piccoli e grandi. E quelli per la radio, calda maestra che ascoltando fa vedere. Poi della tv, incasellati nei frammenti di vita dell’audiovisivo.

Ma, parallelamente, i versi che crescendo sulle note si trasformano in canzoni.

Oppure le vicende di cronaca e di tutti i giorni, con i loro dietro le quinte, che si compongono in racconti.

E anche il lavoro, la professione di giornalista con strumenti e regole, diventa una storia, intreccio che cerca di non smarrire mai l’obiettivo vero: essere in grado di aiutare la gente ad avere una rappresentazione della realtà.

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Album

(2011)
Il linguaggio delle news

L’informazione televisiva nel nostro Paese sembra non riuscire ad affrancarsi, anche nel linguaggio, da una forte influenza della cultura della carta stampata, lontano dai modelli che all’estero soprattutto nel mondo anglosassone valorizzano correttamente le modalità espressive tipiche del mezzo: immagini e suoni. Un limite che ha influito negativamente sul giornalismo italiano alla svolta della rivoluzione digitale, con l’affermarsi anche nelle agenzie di stampa e nei giornali della nuova figura di reporter multimediale.


Blues in blue

(2004)
Blues in blu

Dieci anni fa, quando sotto il titolo “Blues in blu” misi assieme e pubblicai una selezione di blues, canzoni e ballate scritte fin allora, credevo che con quell’atto avrei chiuso i conti con il passato, con tutto ciò che mi ribolliva dentro negli anni della contestazione, poi del riflusso e della normalizzazione. Volevo chiudere con tutte le cose che avevamo considerate straordinarie, io e i miei compagni di strada, sconosciuti o famosi, come Tony Cercola, Enzo Gragnaniello ed Edoardo Bennato che firmò una visionaria presentazione del libro.


Album

(2015)
Fior da fiore dai Carmina Burana
di Petronio Petrone

Restituiti a una lingua viva, come viva fu quella in cui furono composti dagli irridenti clerici vagantes del Medioevo, i Carmina Burana mostrano straordinarie analogie con i costumi del nostro tempo. Politici corrotti e prelati venali, l’amore sacro e l’amor profano, gli eccessi del vino e del gioco e gli slanci di pura spiritualità si mescolano in questi canti attribuiti alla “scapigliatura” goliardica di quel tempo. A renderli celebri in tutto il mondo ha provveduto Carl Orff che ne musicò ventiquattro nel 1936.