Colazione sulla via del Caspio

Colazione sulla via del Caspio

…no, non mi volevo proprio fermare a fare colazione, volevo continuare di filato verso il Caspio per arrivare al più presto a girare il reportage con la luce migliore. Dopo essermi alzato alle 5, le tue tre e mezzo, mi pare logico. Fermarsi con autista e cameraman che impiegano due ore a pasto, e producer bella e forte che li segue allegra, il tutto a spese mie…

E, invece, hanno insistito, tre contro uno. E in quello che, non conoscendo il termine iraniano, definirei un idilliaco bar-trattoria, in un curvone prima della salita che porta ad un mausoleo sotto una delle montagne più alte di qui (5670 metri), nel giardino, dove scorre un ruscelletto tra i lastroni di pietra, due giovanotti stavano stendendo i tappeti su delle specie di pedane di due metri e mezzo per tre, ognuna con una ringhierina su tre dei quattro lati.

Alla mia fretta espressa con aria adirata, nel giro di pochi minuti altri due o tre ragazzi hanno portato vassoi con su’ piatti di miele, crema di latte tipo panna, teglie con due uova al tegamino ciascuna, pane iraniano (tipo pane pizza romano, ma più ondulato, compatto e cotto), formaggio, pomodori e cetrioli tagliati…

I miei compagni di riprese, tutti iraniani, si sono tolti le scarpe, sono saliti sulla pedana apparecchiata e hanno cominciato a mangiare con gusto, mentre io in piedi facevo un po’ di riprese con la mia telecamera e portavo fretta… Sono già le 7, non mi vorrete far restare qui mezz’ora, non più di dieci minuti, eh!

Su una pedana non distante, un paio di uomini dormivano alla grande sui tappeti, in attesa di risvegliarsi in quel fresco già soleggiato e mangiare…tra il rumore del ruscelletto e il cinguettare degli uccellini.

Insomma, ho tolto le scarpe e sono salito anch’io sui tappeti della pedana. Firouzeh, la producer, ha aperto un pezzo di pane-pizza e lo ha farcito con un cucchiaio di miele color oro bruno e uno di quella strana panna, e me l’ha porto, mentre io respingevo l’offerta dicendo “ma no, ma no, a me basterebbe un cappuccino e un cornetto…”

Che ignorante! Dico di me. Il sapore del primo morso mi ha dato come un’onda di calore, piacere ed energia.

Ho sentito profumi e gusto sciogliermi il corpo e la mente. Ho visto luci e colori, piante e pietre, persone e animali come una realtà vivida e profonda. Un vortice che ti incanta.

E ti ho pensata, miele mio, con tutto il mio corpo, con tutta la mia anima…

(sulla via del Caspio, in una primavera del 2006)


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