CD “Last Call”

Last call, ultimo appello, canto o grido. Nasce da un giornalista che da alcuni anni si è sentito spinto a riprendere il cammino di cantautore che aveva interrotto in gioventù, dopo le epoche della Beat generation, della contestazione e del terrorismo, vissute in prima fila assieme ai grandi protagonisti della canzone d’autore italiana.

Le crisi, i conflitti, le trasformazioni globali, il progressivo smarrimento di oggi che da reporter incontra sempre più sulle strade del mondo, muovono emozioni e riflessioni che non riescono a restare nei confini del racconto giornalistico, ma reclamano dimensioni e spazi diversi.

Non è solo un riallacciare i fili ideali con gli Anni Settanta, con le ansie di cambiamento, di giustizia sociale, di uguaglianza proiettate allora proprio on the road, incontrando sulla strada i propri simili, l’umanità.

Ma è anche, e soprattutto, la ricerca di una nuova direzione, percorso comune, dimensione possibile che nasce attraverso il rapporto, gli incontri, la condivisione di vicende umane e di decine di storie con coloro che rappresentano la punta avanzata della sensibilità sociale, cioè gli artisti.

In Last call – Note di un inviato i musicisti ventenni e trentenni di oggi si ritrovano assieme ai loro coetanei degli Anni Settanta e Ottanta. Le canzoni del cantautore di allora e quelle dell’attuale giornalista diventano l’occasione per trovare un terreno, una strada da condividere. Per parlare del mondo come lo si vorrebbe, con un senso di urgenza, il rifiuto di abbandonarsi alla deriva. Con la necessità di un ultimo appello. Last Call.

Le canzoni

“Last call – Note di un inviato” è, perciò, in primo luogo un cd con 12 canzoni, in cui i temi da vero “reportage in musica”, da inviato, si alternano a quelli comunque legati alla tradizione on the road, sulla strada.

La ballata di apertura accomuna la visione del giornalista a quella del cantautore. Poi, un inno alla gioia semplice, cantato in quattro lingue, lancia il tema della partecipazione e della solidarietà fra i popoli, cui si contrappongono odio e conflitti in canzoni sull’11 Settembre e sulla guerra in Libano. Il terremoto di Avellino diventa simbolo delle catastrofi trascurate. Poi, il dramma di chi emigra, la ricerca dell’identità, l’incomprensione sociale. L’amore come modo per aprirsi al mondo e non smarrirsi.

Il sito, il libro, lo spettacolo

“Last call – Note di un inviato” è perciò anche un intreccio di personaggi, racconti, lettere o e-mail dal fronte, centinaia di foto e decine di ore di video degli avvenimenti, dei viaggi e del dietro le quinte delle registrazioni.

Un materiale straordinario che troverà a mano a mano collocazione sia in un sito web collegato al Cd (testi, video, foto), sia in un libro accompagnato dal Cd e da un Dvd, sia, infine, in uno spettacolo.

Le canzoni, i blues e le ballate di Sandro Petrone sono state già in parte pubblicate nella raccolta Blues in blu che nel 2004 ha vinto il Premio Santa Marinella. Recentemente, i testi di “Blues in blu” sono stati oggetto di analisi nel volume La favola dei fatti – Il giornalismo dello spazio creativo, nel capitolo intitolato “Pirandello, Prisco, Petrone…”, di Franco Zangrilli, professor d’italiano e di Letteratura comparata alla «City University of New York».