Rassegna stampa

2011

2012


Sandro Petrone pubblica un cd da cantautore

Dal nostro inviato in blues
(da Televideo RAI)

Se parti dalla musica e arrivi al giornalismo per raccontare te e il mondo, e poi dal giornalismo torni alla musica per raccontare te e il mondo, vuol dire che qualcosa non va nel giornalismo. Sandro Petrone è un giornalista che è tornato alla musica.

Vi sarà sicuramente capitato negli ultimi quindici anni, guardando il Tg2, di vedere un suo reportage da qualche parte del mondo, da qualche terra in subbuglio per una guerra, per un esodo dolente di popolo, per un terremoto. Petrone fa questo di mestiere. Va in Medio Oriente, nei Balcani, in America.

Eppure, avendo raggiunto l’età dei bilanci, l’età di quando le cose ti appaiono meno conformi e più nitide nel loro disordine umano, è tornato alla musica. Ha scelto di nuovo la musica per dire più nitidamente quel che vuol dire delle terre in subbuglio, degli uomini e delle donne in subbuglio, di se stesso in subbuglio. La frase che Petrone usa, per spiegare il ritorno alla musica, non è male: “Qual è la punta più avanzata della sensibilità sociale? Gli artisti”.
Forse il giornalismo è più potente, ma l’arte della musica raggiunge finalmente qualche cuore.

Mezzo napoletano, mezzo pugliese, mezzo romano, cittadino della Babele della cronaca, Petrone alla fine degli anni ’70 bazzicava da cantautore nel giro della “Vesuswave”, l’onda del Vesuvio, nel giro dei Bennato, dei Daniele, dei Gragnaniello, dei Cercola. E quando lasciò Napoli e la musica per fare l’inviato, e non fare il cantautore, la musica rimase con lui come compagna interiore.

Da qualche tempo, però, la musica è tornata a farsi pubblica. Con i testi, con le note, con la voce e le voci, con la chitarra, con l’armonica, con le percussioni. Queste righe parlano di questo ritorno.

Last Call – Note di un inviato, è un cd sorprendente, di blues, di blues e swing, di ballate, di struggenti melodie. Autoprodotto, registrato tra l’Italia e New York, ricco di visitatori, tra i quali spicca il coautore Tony Cercola, dai testi intensi, Last Call è un taccuino musicale di storie piccole e grandi, di posti piccoli e grandi, di amori, di smarrimenti, e anche di levità. L’ultima chiamata può permettersi anche il “siii” di Petrone, che equivale allo “yeah”, tocco di levità.

I sapori musicali migliori, per certi versi irresistibili (quelli da ascoltare e riascoltare) Sandro Petrone e i suoi partner li mettono nelle nenie blues, come lo straordinario bonus track Mi sono perso blues, o nella dolcissima melodia di Nel mare di Tiro.