“In genere la guerra si segue dai telegiornali in tv, o dai giornali, o se ne sente parlare”, scrive un alunno italiano delle elementari. I bambini di paesi in pace comunicano le loro emozioni e l’idea che di conflitti si sono formata. Nei loro temi si trova un’alternanza di luoghi comuni, attinti dai media e dagli adulti, e di frasi semplici e spontanee che fanno capire come l’angoscia della guerra arrivi profonda in loro, come un fatto terribilmente reale, anche se tanto lontano.
“La notizia che mi ha colpito di più riguarda i 14 marines prigionieri di guerra, tra i quali vi erano i cinque già mostrati da Al Jazira, la televisione araba”, scrive una ragazzina romana di dieci anni. “La notizia della quale vi parlo, per me è molto importante: i soldati americani entrati nell’ospedale di Bassora dove erano stati condotti i 14, hanno trovato fili elettrici collegati ai letti e a una batteria. Li avevano probabilmente legati torturandoli con l’elettricità, il tutto in una piccola casa usata come riparo per i feriti. Non si sa se i 14 sono ancora vivi, perché i soldati alleati hanno trovato anche delle uniformi di donne piene di sangue…”